Empatia o Compassione: Caratteristiche della Riflessologia plantare

Con il termine benessere approfondiamo in qualcosa che ci da beneficio, è uno stato armonico di salute, di forze fisiche e anche spirituali di ben-essere. Il benessere fisico, quello che in inglese si chiama “wellness” viene inteso perlopiù come una condizione generale di salute del corpo. Per guadagnare la sensazione di benessere è indispensabile che non esistano patologie. La maggior parte delle clienti starà commentando: “Ovvio!”. Invece no, e per diverse ragioni.
Prima fra tutte l’evoluzione del concetto stesso di benessere avvenuta nell’ultimo secolo o poco meno. E nel passato cosa si intendeva il benessere? Sostanzialmente agio, disponibilità: in due parole abbondanza e comodità che sono gli elementi principalmente responsabili di obesità e altre complicazioni annesse. Pur non entrando nell’ambito medico e delle patologie ad esse collegate, ci viene da chiedere il significato di empatia nella riflessologia plantare.

Empatia “sentire dentro”

Cosa significa l’empatia? La parola “empatia” deriva dal greco “en-pathos” e, tradotto letteralmente, significa “sentire dentro”. Provare empatia verso gli altri significa quindi “mettersi al loro posto” per comprendere meglio. Eppure l’empatia che si crea o che va a creare tra il riflessologo e la cliente permette di interpretare i messaggi del nostro corpo al meglio. Ma è proprio così? Mettersi nei panni della cliente è un atteggiamento che meno si addice al trattamento che prevede di aiutarla. Ciò non significa che non si deve essere accoglienti, gentili, altruista, rispettosi, mantenendo bontà, rigore morale ma è l’attitudine a percepire le emozioni altrui come se fossero propri.

Compassione ” sentire insieme”

Si cercherà quindi di assumere un atteggiamento obiettivo e incondizionato, prevedendo di mantenere la giusta distanza emotiva. Non significa diventare insensibili, o indifferenti verso ciò che la cliente sta provando ma essere partecipe alla sua esperienza senza esserne trasportato e capace di accompagnarla verso gli obiettivi di riequilibrio prefissati. In questo caso la “compassione” è il termine più indicato, e ciò sta a significare “sentire insieme” con il vantaggio che permette di agire in base a quello che speri per lei e non a quello che scuote emotivamente di più.

Irene Pedrazzi – Operatrice del Benessere

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